Lilith de Lioncourt |
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| Prologo - Per tutte le volte20 Aprile 2010 Per tutte le volte che l’avevano insultata. Per tutte le volte che l’avevano emarginata. Per tutte le volte che avrebbe preferito essere emarginata, per tutte le volte che l’avevano picchiata. Per tutte le volte che si era chiusa in casa a piangere. Per tutte le volte che aveva dovuto sussurrare le sue parole d’amore invece di urlarle come avrebbe voluto. Per tutte le volte che non aveva avuto il coraggio di baciarla o tenerla per mano. Per tutte le volte che non aveva potuto più baciarla, né tenerla per mano, né vederla sorridere, perché tutto era finito con quel lenzuolo bianco steso sul suo volto, a nasconderle le sue labbra, i suoi occhi. Per lei. Per lei, e per sé stessa, ora doveva crederci. Anche se sembrava tanto un gioco, anche se era un gioco, perché non era possibile uccidere qualcuno così facilmente, tentare non costava nulla, no? E li conosceva, i nomi di quei bastardi, e conosceva anche i volti. Perché era lì. Era lì mentre la sottoponevano a quella che chiamavano “cura”, era lì, e cercava di liberarsi dalle braccia forti che la immobilizzavano. Era lì, e appena se ne erano andati aveva chiamato un’ambulanza, veloce, veloce, prima che avesse perso troppo sangue, prima che fosse stato troppo tardi… Ma era già troppo tardi. Ecco perché doveva provarci – non costava niente, in fin dei conti. Ecco perché doveva scrivere quelle parole. Kage aprì il quaderno.Death Note How to use it
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